Questo progetto ha origine dalla stretta collaborazione con la Fondazione Achille Castiglioni e il suo archivio, denso panorama di pratica progettuale.

Lo spunto principale è stato quello di seguire un sentiero già tracciato, l'utilizzo di un elemento anonimo sviluppabile e trasformabile ad uso espositivo: il cavalletto in legno.

Da questo elemento estremamente semplice e fortemente riconoscibile era semplice costruirgli intorno una serie di accessori che consentissero di esporre la più vasta collezione di oggetti tenendo conto della loro naturale disposizione, supporto orizzontale a più altezze, supporto verticale e sospensione.

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Questa soluzione espositiva consente una estrema flessibilità espositiva sganciata dai vincoli imposti dal contesto (impossibilità di forare e sospendere oggetti a pareti o soffitto).